Cosa cambia Davvero con GA4? strategie per il cambiamento

ga4
Metropolis – F.Lang

In questo periodo i dubbi e le ansie sul tema Google Analytics 4 diventano sempre piĆ¹ acute, trovo quindi importante condividere come la penso sul tema GA4, per darvi un punto di vista un poā€™ diverso. Una campana diversa, un poā€™ freaks šŸ˜‰

un giorno un professore di storia mi disse che se volevo sapere cosa sarebbe successo in futuro dovevo studiare la sua materia perchĆØ non puoi sapere dove andrai, se non sai da dove sei venuto. E allora in questo periodo di forte cambiamento e ansia sul tema del mondo delle analitiche, per sapere cosa accadrĆ  in futuro prendiamoci 10 minuti (tempo di lettura) per uscire da una logica tool-oriented per entrare in una riflessione piĆ¹ strategicaĀ 

la storia della Digital analytics fino ai giorni nostri e scenari futuri

Fase 1: i dati sono importanti, ma meno importanti di altre cose (e non sappiamo cosa farci)

tutto ĆØ nato con lā€™esigenza di analizzare le performance delle campagne di advertising. Google che era il piĆ¹ grande ā€œvenditoreā€ di pubblicitĆ  doveva dare al mercato quello che chiedeva. Le persone non erano disposte a spendere tanti soldi in un luogo non fisico (digitale) senza poter vedere il risultato del loro investimento. CosƬ ha cominciato a investire nella creazione di piattaforme legate alle analisi e di renderle gratuite, in modo da vendere con piĆ¹ facilitĆ  il vero prodotto di monetizzazione: la pubblicitĆ . Il mondo comincia ad usare Google analytics. il 90% dei siti al mondo lo usa tuttā€™oggi.

Non tutti facevano il set up nel modo corretto, ma il tool era gratuito, bastava mettere un piccolo pezzetto di codice nel sito e tutto funzionava. Non potevi non averlo, era anche di moda. Ma negli anni in cui la misurazione era potente e precisa la persone non davano tanta importanza al digitale e non veniva stanziati grandi investimenti nella gestione dei dati online. CosƬ per anni ho visto Google analytics mal configurati, esempio banalissimo, lā€™assenza di un obiettivo configurato. Ecco, avere GA e non aver impostato gli obiettivi ĆØ come non averlo. Lā€™attivitĆ  di reportistica era manuale, quindi aveva un costo molto alto rendendola molto rara. Le analisi erano sporadiche per lo stesso motivo. Servivano persone specializzate.

p.s se ti senti ancora in questa fase ti consiglio di leggere cosa devi fare per metterti al passo coi tempi – 4 set up indispensabili di GA

Fase 2: I dati sono il nuovo petrolio (io ho le dashboard, e tu?)

Piano pianoĀ  la consapevolezza dellā€™utilitĆ  del dato ĆØ aumentata e negli ultimi 4 anni la tecnologia ha abbassato il suo costo e la sua difficoltĆ  di utilizzo e i budget nellā€™attivitĆ  di collezionamento del dato (completo e corretto) sono aumentati grazie alla digitalizzazione. Ma questo vedeva ancora pochi attori. La vera rivoluzione l’ha portata data studio (ora looker studio), la gente ha cominciato a guardare i dati, a visualizzarli. Questo ha portato le persone a pensare di avere un investimento inutilizzato. E piĆ¹ si guardavano i dati e piĆ¹ ci si accorgeva che erano incompleti o sbagliati cosƬ sono partiti i grandi investimenti nellā€™attivitĆ  di collezionamento e di analisi, perchĆØ diciamoci la veritĆ : nessuno vuole spendere soldi per avere dei dati che non usa. Sono disposto a pagare solo se uso i dati che colleziono per farci qualcosa altrimenti non avrĆ² ritorno sull’investimento. Gli analytics vengono configurati e settati nel modo corretto e si comincia a produrre reportistica con una frequenza decente. Il mondo inizia a guardare i dati. Iniziano le data driven cose.Ā  Raddoppiano i toolĀ  e le possibilitĆ  di analisi, abbiamo dati del sito, delle campagne della seo, del mercato e tantissime altre cose, non si parla piĆ¹ di web analytics ma di digital analytics (tutte le cose digitali e non solo i siti web). Abbiamo un sacco di dati in tantissimi posti. Anche i creativi vogliono i dati. Infine con lā€™infodemia (malattia dove cā€™ĆØ un sacco di informazione e nessuna conoscenza) del covid le conversazioni, non solo aziendali, ma anche umane non poteva piĆ¹ iniziare con ā€œio penso cheā€¦ā€. Tutti noi abbiamo dovuto iniziare le frasi da ā€œio penso cheā€¦ā€ a ā€œi dati dicono che..ā€ . Ok i dati sono importanti. Ci siamo.

Data studio perĆ² si ĆØ portato con se anche una piccola fregatura: le dashboard template. Sono reportistiche automatiche con schemi e KPI giĆ  impostati per canale (per silos)Ā  che si popolano con i tuoi dati con un click. Il mondo ĆØ impazzito. Non solo si cominciava ad avere una buona dose di dati corretti e leggibili, ma tutti potevano creare un report automatico (dashboard) a costo zero sia di soldi che di difficoltĆ . Cominciamo a vedere dati ovunque, si comincia a sentir parlare di aziende che prendono decisioni con i dati, ma non solo, li rivedono! A questo punto si deve ammettere che i dati sono il nuovo petrolio e tutti partono per il percorso di comprensione dellā€™utilizzo dei dati. Dovā€™ĆØ la fregatura? eccola che arriva. La gente ha iniziato non solo a guardare i numeri, ma a leggerli, ascoltarli, esplorarli e farsi delle domande: come uso questi numeri in modo che mi siano utili? ottima domanda. Peccato che nel frattempo, grazie ai template di Data Studio, avevamo cosƬ tanti numeri sconnessi davanti che non sapevamo cosa guardare. Avevamo collezionato un sacco di roba a caso (ĆØ un template) ed era iniziato il periodo del carico cognitivo: la nostra mente (ram) non riusciva piĆ¹ a processare e leggere tutte le informazioni che arrivavano. (esempio: se vai al ristorante e ci sono 50 pizze diverse, quale pizza prendi?).Ā 

Fregati. Gli imprenditori volevano dati utili, ma i tecnici non sapevano quali dati fossero utili senza conoscere il contesti di business e gli obiettivi aziendali che spesso non erano chiari nemmeno agli interlocutori. Un sacco di dati, un sacco di report, un sacco di analisi che portavano a zero conclusioni. Quelle che portavano alle conclusioni costavano un sacco, perchĆØ toccava uniformare la visione a silos, multichannel e multi device, per poter fare dei ragionamenti. I tecnici dovevano studiare marketing (come fai ad analizzare una cosa di cui non conosci le dinamiche?)Ā  e business per fare analisi e gli imprenditori dovevano chiarire gli obiettivi e le informazioni necessarie per arrivarci, tutti lo sapevano, nessuno se lo diceva. Tutti avevano dei compiti a casa ma ci si incolpava a vicenda quando dovevamo fare i conti con la serva: e quindi dopo tutti questi numeri quali sono i ā€œso what?ā€

Fase 3: mi stanno per portare via i miei dati! (tanto non ti servivano a molto per come li usavi)

In questa fase due sono gli elementi che corrono di pari passo. il primo ĆØ la consapevolezza che trasformare i dati in azioni non ĆØ una cosa semplice. Non ĆØ una materia tecnica e non ĆØ un lavoro da fare individualmente. Non basta avere un tool ben configurato e avere una reportistica automatica per prendere decisioni con i dati. quindi cosa manca? Come faccio a sapere cosa devo guardare? Domande che tracceranno lā€™inizio di un momento importantissimo nellā€™epoca della web analytics. (anche se Avinash diceva giĆ  nel 2005 che il tool valeva il 20% e l’analista l’80%)

Lā€™altro tema ĆØ la privacy. Esce il GDPR, il garante della privacy dice a Google che non puĆ² piĆ¹ ā€œrubareā€ i dati cosi facilmente, deve almeno chiederlo agli utenti. I tool devono adeguarsi alla sfida della privacy cercando di non compromettere lā€™affidabilitĆ  e la completezza del dato. Un gran bel casino. Cookiew law, tag condizionati allā€™accettazione dellā€™utente, tracciamenti server side, consent mode e via discorrendo, tutto in beta, tutto instabile. Tutto entro un anno. il delirio del tecnicismo. Lā€™ansia da GA4. Ansia generata dal fatto che non ci siamo mai fatti troppe domande su cosa era importante fare, ci interessava solo avere il tool con i dati dentro. la schiavitĆ¹ da tool direi. Ed ĆØ chiaro che se siamo schiavi di un tool, se quel tool cambia, la nostra vita non sarĆ  semplice.

Fase 4: la rivincita della Data Strategy (la data che? ah ma io la faccio giĆ )

in tutti questi anni cā€™ĆØ una sola fase del processo di costruzione di un dato utileĀ  a cui non ĆØ stata dedicata molta importanza, la fase in cui si scelgono i dati da guardare, la fase della selezione dei numeri “giusti”.Ā (data collecting, data reporting e data analysis ve le ho nominate prima). il problema della data strategy ĆØ che nessuno sa cosā€™ĆØ e tutti pensano di conoscerla o di farla giĆ . In italia ĆØ una parola poco utilizzata che viene associata al concetto di di data driven strategy cioĆØ creare strategie con i dati. In realtĆ  la data strategy ha un obbiettivo leggermente diverso: la data strategy ha lā€™obiettivo di creare un infrastruttura aziendale capace di prendere decisioni con i dati. Sembra simile ma non ĆØ proprio uguale, una piccolissima sfumtatura. Si lavora infatti su un micro obiettivo: la creazione di unā€™infrastruttura. PerchĆØ si, ci vuole una struttura interna solida per prendere decisioni con i dati. Eā€™ il processo di costruzione di unā€™architettura dellā€™informazione, sono i pilastri di una casa che la reggono in piedi. i pilastri del processo cognitivo.

Pilastri della Data Strategy

  • i dati sono ovunque, ma non ce ne frega niente dei dati, vogliamo le decisioni (data literacy)
  • i dati sono tutti uguali, dobbiamo usare sia i dati quantitativi che qualitativi e non dobbiamo nascondere quelli che non ci piacciono (data feminism)
  • i dati dei tool non ci interessano, vogliamo i dati delle persone (data humanism)
  • no ai silos, vogliamo visione unificata e di qualitĆ  ( Data governance)
  • prima decidiamo cosa ci interessa, tutto il resto viene dopo, no alla schavitĆ¹ da tool (data design)

Come funziona veramente questa cosa del Data Design?

  1. per prima cosa dobbiamo chiederci cosa vogliamo sapere e quali sono i dati che rispondono alla nostra domanda (data strategy)
  2. poi dobbiamo catturare questi dati e governarli nel modo giusto ed unificarli (data capturing)
  3. poi dobbiamo visualizzarli nel modo giusto, guardarli costantemente e controllare che non ci siano comportamenti anomali (data reporting)
  4. se notiamo qualcosa di strano (nel bene e nel male) dobbiamo approfondire e capire perchĆØ quel dato si ĆØ mosso (data analysis)Ā 
  5. ĆØ arrivato il giusto momento storico per aggiungere una fase al famoso processo. la Data ActionabilityĀ  la fase in cui usiamo davvero i dati. Dalla analisi infatti devono scaturire delle azioni manuali (di a tizio di fare questo) o automatiche (tipo automation, ML ecc).Ā 

Le premesse e le promesse di GA4

torniamo un attimo a GA4, che a questo punto ĆØ diventato solo uno dei 1.000 tool che uso per analizzare i dati e trasformarli in azioni.

Premesse

GA4:Una nuova interfaccia, una nuova logica di tracciamento. Unā€™instabilitĆ  enorme. Ma non ĆØ la prima volta. E dato che lā€™anno chiamato GA4 mi sa che non sarĆ  nemmeno l’ultima (a che numero di iphone siamo?;))

la prima versione di Analytics si chiamava Uchrin, erano una piattaforma un po tecnica, con scarsa usabilitĆ , ma di grande potenza, veniva usata dagli ā€œingegneriā€ del dato ed era un tool di dā€™uso di nicchia.Ā  Poi ĆØ arrivato Google analytics con un’interfaccia molto piĆ¹ usabile e carina, ha rivoluzionato le analisi rendendole accessibili non solo ai tecnici ma anche ai marketer. Poi ĆØ arrivato Google analytics universal (non si ĆØ mai chiamato GA3) con la promessa di tracciare gli utenti (tramite cookies) e non le pagine, rivoluzionando il punto di vista e incontrando maggiormente le esigenze del mercato. Nacque poi Firebase, la soluzione specifica per il tracciamento delle APP che nel frattempo aveva visto un mercato in fortissima crescita. Arriva anche data studio, un tool di data visualization da attaccare a GA per migliorare le possibilitĆ  di consultazione dati, infine tutti i servizi della google cloud vengono potenziati.

Promesse: cosa cambia con GA4, ma soprattutto, perchĆØ?

  1. privacy compliance: dopo il GDPR il mercato chiede soluzioni tecnologiche che non gli facciano prendere le multe. Molto semplice. GA4 prometteĀ di rispettare le norme sulla privacy ed essere compliant rispetto al GDPR .Ā tracciamenti server side e consent mode serviranno per la correttezza e la completezza del dato.
  2. visione multichannel: ci siamo accorti che con i dati spezzettati in tanti luoghi (silos) non riusciamo a prendere decisioni (halleluja) e quindi abbiamo bisogno di una visione unificata. GA4 promette di centralizzare i dati dei siti e delle APP in una sola visione. Si collega a big query, piattaforma per unificare i dati (tra le altre) che si collega a data studio per consultarli. Di avere sempre di piĆ¹ una visione sull’utente e meno sui cookie (motivo per cui passiamo da pageview ad eventi) e uscire da una logica online per andare verso una logica multicanale.

3.FacilitĆ  di utilizzo: una piattaforma facile e semplice da usare per trasformare i dati in azione velocemente. GA4 promette di migliorare lā€™uso della piattaforma migliorando lā€™usabilitĆ  dei report custom, ma ĆØ meglio se usi data studio. Anzi ti aiutiamo noi con il machine learning e gli strumenti di pevisione e alerting, ti aiutiamo anche nei set up inserendone alcuni automatici.

Come un approccio strategico puĆ² spiegare dei cambiamenti tattico-operativi

  • ā€œmi cambia tutti i nomi alle metriche, non cā€™ĆØ nemmeno piĆ¹ il bounce rateā€. – la lista delle metriche ĆØ sempre disponibile, studieremo un po per ricordarcele (non pensate che gli analisti le sapessero tutte anche prima), e se nel 2022 guardavi il bounce, ĆØ meglio che te lā€™abbiano tolto. nel mondo cross device un utente legge senza compiere unā€™interazione e il bounce ĆØ da anni una metrica difettosa che da sola ĆØ molto pericolosa (se leggere il 90% della pagina per te ĆØ un bounce). PerchĆØ non cā€™ĆØ niente di piĆ¹ pericoloso che prendere decisioni su dati sbagliati.
  • ā€œSono scomparsi un sacco di report, dove trovo sorgente mezzo?ā€ – hanno tolto un sacco di report e hanno lasciato solo quelli fondamentali. Lo ritengo un regalo, un aiuto ad evitare un comportamento scorretto. Cā€™erano troppi dati disponibili, troppe cose da guardare. Allā€™interno della piattaforma troviamo solo quelli base mentre il suggerimento (indiretto) ĆØ quello di creare dashboard o custom report per fare analisi
  • ā€œ non ci sono tutte le metriche e le dimensioni che traccio, uff, devo rifare un corso su GA4ā€ – altro piccolo regalo, questo un poā€™ meno forse, ma rimaniamo positivi. Lā€™invito indiretto qui ĆØ quello di smettere di approcciare i dati come a dei silos. GA non vuole piĆ¹ essere la piattaforma dove consultare il dato abbiamo detto (perchĆØ facciamo custom report o dashboard), ma allo stesso tempo non ĆØ nemmeno lā€™unico tool da usare. La veritĆ  ĆØ che GA rappresenta il silos di dati sul sito web che va unificato ai dati del CRM, del magazzino, del tool di ADV e cosƬ via (se no fare analisi rimarrĆ  sempre difficile) e quindi dobbiamo portare tutto in un grande database (detto datalake o datawharehouse). Sono i data base, dove ovviamente li troviamo tutto quello che ci serve e che abbiamo tracciato, che vanno collegati ai tool di data visualization. Che tu ci creda o no, io non uso ā€œdirettamenteā€ GA per consultare i dati da anni. Ho sempre creato dashboard che centralizzavano le varie sorgenti dato e guardavo i dati da li. So che stai pensando ā€œĆØ una soluzione costosa avere un database come fa una PMI?ā€ e un poā€™ hai ragione. Il punto ĆØ che GA ĆØ gratuito GTM ĆØ gratuito, data studio ĆØ gratuito, spendi poco (solo in tempo o in servizi di marketing) e la qualitĆ  ĆØ bassa, le decisioni prese coi dati sono rare. Se vuoi prendere decisioni coƬ dati devi pagare un po di piĆ¹ (big query, il database, ĆØ a pagamento). Esistono un sacco di forme ibride, ma insomma la direzione ĆØ questa. Quindi sei proprio sicuro di voler usare il tuo tempo a guardare un tool quando puoi essere piĆ¹ veloce e produttivo con una dashboard?
  • ā€œbig query? non posso imparare tuttoā€ – no, non puoi. Per alzare la qualitĆ  dobbiamo lavorare meglio e per lavorare meglio bisogna specializzarsi. CosƬ esiste il tecnico di GTM e GA (tag specialist), poi esiste il tecnico dei database (Data Engegniering), poi esiste lā€™analista di business (business o performance analyst) e poi esiste lā€™analista degli automatismi (data scientist) ed infine lā€™analista che sa quali dati sono utili, tipo me (data strategist). Non devi e non puoi imparare tutto, ascolta le tue inclinazioni e vai dove le tue competenze sono piĆ¹ forti (e ti inspira di piĆ¹). Se non possiamo specializzarci e siamo il classico digital marketing manager tutto fare non importa. Faremo come abbiamo sempre fatto, un poā€™ di tutto. Un po di tag, un po di configurazioni, un po di dashboard e un poā€™ di analisi. Se ci chiedono di piĆ¹, che diano di piĆ¹. D’altra parte bisogna dare per ricevere šŸ˜‰

Conclusioni: suggerimenti per vivere meglio

  • Non sei lā€™unico ad avere lā€™ansia da GA4, se non ti vuoi sentire solo segui la community di tag manager italia, Matteo Zambon ĆØ uno dei massimi esperti a livello mondiale, ĆØ aggiornatissimo oltre ad avere un enorme passione e dedizione.
  • GA4 ĆØ solo un tool (il tool vale il 20%), tra mille altri, che si muove in questa logica che vuole trasformare i dati in azioni. Usa il contesto strategico per comprendere i cambiamenti tecnici. Se ti va approfondisci la data strategy col nostro Data flow canvas.
  • Configura GA4 oggi, ma leggi i dati quando saranno affidabili, nel frattempo hai sempre il vecchio universal (ti prego non staccarlo). Per la configurazioni ti consiglio questo libro
  • vuoi fare un corso su GA4? vedi tu quali inclinazioni hai per capire quale sfumatura vuoi dare alla tua conoscenza. Cā€™ĆØ il corso di Google Academy per la parte tecnica (che con la velocitĆ  con cui cambia la piattaforma oggi ĆØ giĆ  vecchio), e se vuoi facciamo un corso sulla parte strategica insieme a clickable, strategic GA4.

Bene ora respira, ĆØ tutto ok šŸ˜‰

VEDI ANCHE: COME TRASFORMARE I DATI IN AZIONI