Quante volte vi è capitato che analizzando il problema o provando a risolverlo scopriamo che il problema portato alla luce era sbagliato. Spesso è necessario fermarsi e pensare a che problema stiamo pensando piuttosto che a risolverlo.
Wicked problem: i problemi complessi del nostro secolo
nel moni di oggi abbiamo sempre più a che fare con problemi giganteschi (come il riscaldamento globale), problemi che hanno a che fare con situazioni intra-organizzative (come il dover lanciare un nuovo prodotto sul mercato o creare una nuova strategia di marketing aziendale) o semplici problemi di vita quotidiana. In altre parole, i wicked problems sono i problemi del Mondo reale, che riconoscono la complessa interdipendenza di diversi fattori e parti interessate. E non delle semplici e lineari astrazioni di causa ed effetto che estrapolano il prodotto di design dal suo contesto e lo isolano. Riprendendo il pensiero di Rittel, Buchanan suggerisce che la maggior parte dei problemi con cui i progettisti devono interfacciarsi sono proprio wicked problems, ovvero
“a class of social system problems which are ill-formulated, where the information is confusing, where there are many clients and decision makers with conflicting values, and where the ramifications of the whole system are thoroughly confusing”.
Solitamente, le caratteristiche che presenta un Wicked Problem sono quattro:
- presenza di confini labili, quasi impossibili da prendere in considerazione in maniera globale;
- sono tutti diversi l’uno dall’altro e proprio per questo motivo non esiste una soluzione che può essere riutilizzata più volte;
- non possiamo trovare una soluzione ottima, ma una soluzione migliore;
- spesso capiamo di cosa si tratta il problema solo dopo aver pensato alla soluzione.
Le Fasi del problem solving
nel problem solving infatti le fasi per la risoluzione del problema sono 3, e in questo concetto ritroviamo la similitudine tra dati e creatività. in un processo di questo tipo, . per questo la fase del problem statement è la più importante.
- fase di identificazione del problema
- problem finding
- problem setting
- problem analysis
- ricerca della soluzione
- problem solving
- decision making
- Azione
- decision taking
Problem Statement vs Problem Solving
Mi piace molto partire dal concetto di problema per cercare di spiegare meglio il Design Thinking. Nei problemi lineari, viene esposto il problema e viene cercata la soluzione. Come abbiamo visto, però, quando si ha a che fare con i Wicked Problems, spesso è proprio la formulazione del problema la prima cosa da risolvere. Pensa ad esempio a una persona che viene da noi consulenti affermando “L’ascensore è troppo lento”. Magari, attraverso delle ricerche, scopriamo che non è l’ascensore a essere lento, ma l’attesa fuori dall’ascensore a essere troppo lunga. Sì, sembrano la stessa cosa, ma il modo in cui formuliamo il problema può aprire o chiudere spazio ad alcune idee. Per questo si dice “rip the brief”: è necessario riformulare il problema dopo aver concluso la nostra fase empatica.
La creatività è innanzitutto una questione di problem setting, più che di problem solving. Ed è quindi necessario, come prima cosa, definire e capire bene il problema.
Noi giudichiamo intelligente una persona capace di risolvere i problemi, ma ritengo fondamentale, anche da analista, fare un passo indietro. Spesso mi vengono commissionate analisi, ovvero soluzioni. Facendo una pausa prima di iniziare, cercando di entrare in empatia con il committente e utilizzando la tecnica dei “5 Perché” e altri esercizi utili (come i “3 Se”), comprenderemo che il problema alla base è un altro e che la soluzione inizialmente proposta è sbagliata. Così avviene nel Design Thinking. Iniziamo con un problema da risolvere e spesso, dopo analisi e workshop, ci ritroviamo a mettere in discussione il problema stesso.
La soluzione del problema cambia la natura del problema – Legge di Peer.
Problem Statement canvas
uno strumento di grande aiuto per riformulare il problema è il problem statement canvas. come ogni canvas ci stimola suggerendoci delle domande provocatorie per esaminare meglio il problema.
Tecniche di problem setting
- 5W2H: bisogna rispondere a delle domande per individuare le principali cause: how what whre when why, how, how may
- WHAT IF : detta anche la tecniche dei 3 “e se” che cerca di mettere in discussioni le basi del problema
- 5WHY: una bellissima tecnicha che ci dive che la vera ragione del problema sta sotto 5 perchè.