L’ internazionalizzazione delle imprese commerciali: l’evoluzione del processo di globalizzazione. Ecco qualche considerazione.
Oramai siamo circondati da multinazionali. Con il termine internazionalizzazione si intende l’espansione di un’impresa al di fuori del mercato nazionale. Non è forse questo l’obiettivo delle nuove imprese? È una modalità di crescita consueta e fisiologica per le imprese industriali, e se in passato questa crescita assumeva un rilievo più contenuto per le imprese commerciali (nata soprattutto negli anni ’80), oggi la sua importanza è praticamente vitale anche per le imprese di distribuzione.
Vi sono grandi differenze per quanto riguarda la facilità di intraprendere una crescita internazionale a seconda della tipologia di impresa. La ragione principale di questa differenza fra i due settori è legata alle modalità operative attraverso le quali le imprese possono decidere di operare all’estero:
- Le aziende industriali possono avvalersi di forme di internazionalizzazione poco impegnative con rischi contenuti, come, per esempio, ricorrere all’esportazione diretta. L’azienda quindi, si avvale di intermediari internazionali specializzati, evitando così di essere fisicamente presente sui mercati di destinazione e limitando i rischi collegati all’operazione, dato che non ci sono investimenti diretti. Accanto a questa modalità di internazionalizzazione ce ne sono altre più onerose e coinvolgenti, che prevedono investimenti diretti all’estero per la costruzione di stabilimenti produttivi (questa soluzione viene applicata dalle imprese industriali di maggiori dimensioni);
- Le aziende commerciali/di distribuzione hanno invece condizioni molto stringenti, visto che esse producono servizi commerciali i quali non possono essere esportati fisicamente. Perciò è necessario procedere all’apertura di punti vendita di proprietà del paese estero, oppure acquistare catene locali presenti. Esistono forme di ingresso più soft, come per esempio gli accordi di franchising (usati solo in determinati comparti produttivi, come la vendita di abbigliamento, visto che è difficile impegnarli con successo per distribuire prodotti grocery).
Analizzando meglio il processo di internazionalizzazione per i retailer, questo presenta le seguenti caratteristiche:
- è una modalità per le imprese commerciali praticata da meno tempo e in maniera più circoscritta rispetto al settore industriale;
- è riservata solo ad imprese grandi o grandissime, dato che richiede forme di entrata sui mercati esteri che assorbono investimenti diretti molto consistenti;
- è tanto più difficile da attuare quanto maggiori sono le differenze tra i mercati serviti: non vi sono difficoltà nella vendita di prodotti globali come beni di lusso o di alta moda destinati alla clientela top del mercato (la quale ha tratti omogenei a livello mondiale), mentre ve ne sono moltissime per il settore grocery, in primo luogo nel food retailing, considerando che i gusti e le esigenze dei consumatori variano spesso in maniera radicale da un paese all’altro (basta pensare a quello che mangiamo noi e a quello che mangiano Cina!), rendendo necessari sforzi di adattamento dell’impresa commerciale che spesso risultano essere insostenibili.
Martelli Arianna